Questo integrato, che ha
dimensioni identiche a quelle di
un normale transistor di media potenza con contenitore tipo
T0220, dispone di tre
soli piedini (vedi fig.1).
-
- Il
piedino di Entrata, indicato E oppure Vin,
riceve la tensione positiva da stabilizzare, che
viene prelevata da un ponte raddrizzatore
provvisto del suo condensatore elettrolitico di
livellamento.
-
- Il
piedino di Regolazione, indicato R
oppure ADJ,
viene utilizzato per variare la tensione d'uscita sul
valore desiderato.
-
- Il piedino di
Uscita, indicato U oppure Vout,
è quello da cui si preleva la tensione stabilizzata.
Fig. 1
In tutti i Data-Book
sono riportate per LM317 queste caratteristiche tecniche:
-
Max
Volt input/output
-
Dropout
Volt
-
Minima
tensione di uscita
-
Max
corrente di uscita
-
Max
potenza dissipabile
-
Ripple
in uscita
Analiziamo
dunque ciascuna caratteristica per comprendere a cosa si
riferiscano questi dati forniteci dal costruttore:
Max Volt input/output
Molti
ritengono che questo valore indichi
la massima tensione applicabile sull'ingresso dell' LM.317. Al contrario,
poiché l'integrato accetta sull'ingresso anche tensioni
dell'ordine degli 80-100 Volt, questo indica la differenza
tra la
tensione applicata
all'ingresso e quella in uscita, che non deve mai risultare maggiore di
40 Volt.
Dropout
Volt
Questo dato indica
la caduta di tensione introdotta dalla presenza dell'integrato,
che è di 3 volt. Quindi se sull'ingresso applichiamo una
tensione di 34 volt, la massima tensione stabilizzata prelevabile
sarà:
34
- 3 = 31 volt
Minima
tensione di uscita
Questo
indica la minima tensione stabilizzata prelevabile, il cui valore
per il presente integrato è pari ad 1,25
volt.
Max
corrente di uscita
La
massima corrente prelevabile dall' LM317 è di 1,5 Ampere, a
condizione di un raffreddamento adeguato,
altrimenti non sarà possibile prelevare più di 0,5 - 0,6 Ampere,
perché in caso di surriscaldamento entrerà in funzione la
protezione interna non regolabile, che abbasserà la tensione in
uscita e quindi la potenza dissipata dall'integrato.
Max
potenza dissipabile
La
potenza massima di 15 watt riportata dal costruttore nelle
caratteristiche è ottenibile soltanto se l'integrato è fissato
sopra un' adeguata aletta di raffreddamento, altrimenti entrerà
in funzione la protezione termica.
Ripple
in uscita
Il
ripple indica il residuo di componente alternata presente sulla
tensione continua stabilizzata in uscita. Il valore per l' LM317
è pari a -80
dB (decibel),
cioè il residuo di alternata presente in uscita è 10.000 volte
minore di quello presente in ingresso !!!!!
LM
317 UTILIZZATO COME STABILIZZATORE DI TENSIONE |
Nella
fig.2 riporto lo schema base consigliato per la realizzazione
di un completo alimentatore stabilizzato con LM 317 e di cui
andiamo ad analizzare approfonditamente la funzione svolta dai
vari componenti.
Fig. 2
E' il capacitore elettrolitico
applicato in uscita al ponte di Graetz. La sua funzione è
quella di livellare il più possibile l'ondulazione generata
dal ponte stesso. I parametri da calcolare sono:
-
CAPACITA'
NECESSARIA
-
TENSIONE
DI
LAVORO
-
TEMPERATURA
DI LAVORO
CAPACITA'
NECESSARIA
Il
dimensionamento della capacità può essere effettuato
seguendo vari metodi, ma praticamente viene utilizzata la
relazione seguente:
Cx =
K ( I / VR )
in cui abbiamo:
-
Cx è la capacità in microfarad
del capacitore di
livellamento.
-
I è la corrente
massima in milliampere da
erogare.
-
VR è il massimo
ripple in volt
sovrapposto alla tensione continua.
-
K vale 4,8
per raddrizzatori ad una semionda ed 1,8 per quelli ad onda
intera ed a ponte di Graetz.
Per
utilizzarla occorre conoscere il massimo assorbimento
prevedibile, ovvero la massima corrente che l'alimentatore deve
erogare.
TENSIONE
DI
LAVORO
La
tensione di lavoro del capacitore deve obbligatoriamente
soddisfare la seguente relazione: VL
> Veff √2 ovvero
la tensione lavoro deve essere maggiore del valore di picco o
cresta della tensione efficace applicata al circuito
raddrizzatore !!!
TEMPERATURA
DI
LAVORO I
normali elettrolitici possono lavorare sino a temperature
massime di 85 °C, per utilizzazioni in ambienti speciali,
industriali ed altro si utilizzano quelli a 105
°C, contraddistinti dal
caratteristico colore marrone del corpo del capacitore.
E' un
capacitore poliestere o ceramico da almeno 100 nF, che ,se
collegato vicinissimo al terminale di ENTRATA ed a quello di
MASSA, evita l'innescarsi di dannose auto oscillazioni a
frequenze ultracustiche, causate tra l'altro dalla componente
induttiva non trascurabile degli elettrolitici con capacità
superiore ai 1000 µF.
E' un
capacitore elettrolitico da
almeno 10 µF e tensione di lavoro da 50 -
63 volt, per
rendere più stabile la tensione sul piedino di regolazione. Se
si vuole realizzare un alimentatore a tensione regolabile è da
evitare l' impiego di capacità superiori ai 47 µF, poiché
determinerà una difficoltosa variazione della tensione di
uscita, perché non immediata , ma ritardata dall' effetto di
questa capacità.
E' un capacitore
elettrolitico applicato sull'uscita dell'integrato, per
eliminare eventuali residui di ripple. Il valore
non dovrebbe mai essere inferiore ai 100 µF,
normalmente viene scelto un valore pari ad 1/10 di C1. La
tensione di lavoro deve obbligatoriamente essere superiore alla
massima tensione stabilizzata prelevabile dall' uscita.
Questo è un
diodo di protezione inserito per evitare che il capacitore C4,
quando l'alimentatore viene spento, si scarichi in senso inverso
all'interno dell'integrato danneggiandolo.
Questo diodo
collegato tra i terminali di uscita e quello di regolazione, serve
a scaricare istantaneamente il
capacitore C3 in caso di
cortocircuito sull' uscita.
Il piedino di regolazione con C3 scaricato si trova a massa ed
inibisce l'uscita dell' integrato che quindi blocca
immediatamente qualsiasi erogazione.
Questo
resistore in abbinamento con R2 forma un partitore resistivo da
cui si preleva la tensione da applicare al piedino di
regolazione. Conviene scegliere per R1 un valore fisso,
generalmente 220 Ohm 1/4 watt, ed agire sull' altro.
Il valore di
questo resistore va calcolato in base alla tensione di uscita
che si vuol ottenere: più basso è e minore sarà la tensione
in uscita, viceversa più alto sarà e maggiore risulterà la
tensione. Per calcolare R2 occorre prima conoscere la massima
tensione applicata al piedino di ENTRATA, poiché la
corrispondente tensione di uscita la otterremo sottraendo ad
essa quella di DROPOUT,
che per LM 317 è di 3 volt. Se non rispettiamo questa regola
otterremo valori resistivi che se utilizzati non daranno mai la
tensione calcolata !!!!!!!! Ad esempio, ammettiamo di avere una
tensione massima in ingresso pari a 15 volt, in questo caso LA
MASSIMA TENSIONE STABILIZZATA IN USCITA prelevabile
dall' integrato sarà pari a:
15 - 3 = 12
volt
Quindi
conoscendo la massima tensione stabilizzata prelevabile, il
calcolo del resistore R2 si effettua utilizzando la seguente
formula, fornita nel datasheet del componente in esame:
R2
(Ohm) = [ ( Volt uscita : 1,25) - 1] x 220 |
dove abbiamo:
-
Volt uscita
indica il valore della tensione che volete prelevare sull'
uscita dell' LM 317.
-
1,25
è la tensione presente tra il piedino di regolazione e
quello di
uscita.
-
1 è
una costante fornita dal
produttore.
-
220
è il valore in Ohm di
R1.
Logicamente
utilizzando per R2 un resistore fisso avremo una tensione
stabilizzata fissata al valore da voi calcolato, mentre
viceversa inserendo un
potenziometro lineare, si
potrà ottenere una tensione stabilizzata variabile tra
un minimo di 1,25 volt ed un massimo pari a Volt uscita,
determinabile sostituendo ad R2 il valore del potenziometro alla
massima escursione !!!!!!!!
Volt
uscita = 1,25 x [Val POT (Ohm)/220)+ 220] |
|