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Introduciamo
adesso la definizione delle due grandezze fondamentali che figureranno nella
Legge di Ohm, ovvero la differenza
di potenziale
o tensione
e la corrente
elettrica. La
differenza di potenziale v tra due qualsiasi punti è espressa dal lavoro
necessario per trasferire da un punto all'altro l'unità di carica,cioè fra
due punti assegnati esiste la differenza di potenziale (d.d.p.) di 1
volt (V),quando
è necessario compiere il lavoro di 1
joule per
spostare la carica di 1
coulomb da un
punto all'altro:
quindi 1
volt = 1 joule/coulomb. In pratica una carica qualsiasi q che si sposti da
un punto all'altro di un circuito esterno, fra i quali esista una differenza
di potenziale v, compie un lavoro pari al prodotto L = q v: la causa, la
forza che sposta la carica è dovuta alla presenza di un campo elettrico,
misurato in volt/metro o ancora più chiaramente in Nw/coulomb, che indica
la forza agente sulla carica q immersa nel campo elettrico stesso, tenere
presente che 1 Newton equivale ad una forza peso di circa 102 grammi!!!!
Infatti osserviamo le seguenti formule: L
= F x s ====> LAVORO: F
forza agente ed s
spostamento del punto di applicazione. v
= E x s ====> TENSIONE: E
intensità campo elettrico ed s
spostamento carica. F
= E x q ====> FORZA: E
intensità campo elettrico e q
carica elettrica. partendo
da L = q v si ottiene con adeguate sostituzioni: L
= E q s in
cui il termine di forza è rappresentato proprio dall'intensità del campo
elettrico!!!! Il movimento della carica avverrà dal
punto di potenziale più elevato a quello inferiore. Un
conduttore è attraversato da corrente elettrica ogni qualvolta una carica q
si sposta da un punto all'altro del conduttore stesso. Se lo spostamento
avviene nella misura uniforme di 1 coulomb/s, il conduttore per definizione
è attraversato da una corrente costante di 1 Ampere (I): 1
Ampere = 1 Coulomb/s.Per
convenzione il verso della corrente è contrario a quello in cui realmente
si muovono gli elettroni. Come
dipendono le correnti nei gas
ionizzati, le
correnti dovute agli elettroni
emessi dai metalli
e le correnti circolanti in seno ai metalli,dalla
d.d.p. esistente ai capi di questi elementi? Questa è la questione che ora
esamineremo prima di arrivare alla formulazione della legge di Ohm. A)
Gas ionizzati.
Cominceremo
con il caso dei gas ionizzati. L'apparato sperimentale è mostrato nella
figura 1. Due piastre metalliche parallele sono connesse a una sorgente di
tensione variabile e un sensibile misuratore di corrente è inserito lungo
uno dei fili di collegamento. Le piastre sono a distanza di qualche
centimetro tra loro e lo spazio intermedio è riempito del gas in esame.
Quando una radiazione ionizzante (raggi X o raggi emessi da una sorgente
radioattiva) attraversa il gas, lo strumento indica un passaggio di
corrente. Fig.
1 La
figura 2 mostra il diagramma
della corrente in funzione della d.d.p. applicata alle piastre
in un tipico esperimento, nel quale il gas impiegato è argon
a pressione atmosferica e la radiazione è quella emessa da un campione di radio.
Al crescere della d.d.p. la corrente aumenta rapidamente, poi più
lentamente e infine raggiunge un certo valore limite chiamato corrente
di saturazione.La
corrente di saturazione viene raggiunta quando tutti
gli ioni
formati (in un dato tempo) vengono (nello stesso tempo) sottratti al gas dal
campo elettrico e raccolti sulle due lastre.Nel caso di ioni aventi una sola
carica elementare, come quelli prodotti nell'argon, la corrente di
ionizzazione (espressa in cariche elementari al secondo) è uguale al numero
di ioni positivi che raggiungono l'elettrodo negativo in ogni secondo (e
questo numero è uguale a quello degli ioni negativi in questo caso
elettroni che raggiungono l'elettrodo positivo). La corrente di saturazione
misura perciò il numero totale di coppie di ioni prodotte al secondo, nel
gas compreso fra le piastre.
Fig.
2 Perché
la corrente è debole quando fra le piastre vi è una piccola differenza di
potenziale? Il campo che fa muovere gli elettroni verso le piastre è debole
e gli ioni conseguentemente si muovono lentamente verso di esse. Mentre
vengono gradualmente spinti verso le piastre, gli ioni si muovono un po' in
tutte le direzioni a causa dei movimenti disordinati dovuti all'agitazione
termica, e può talvolta capitare che uno ione positivo e uno negativo si
urtino; occasionalmente accadrà anche che si riuniscano a formare un atomo
neutro. Quando il moto di insieme degli ioni verso le piastre è molto
lento, molti degli ioni positivi e negativi si ricombinano invece di
raggiungere le due piastre. Se aumentiamo la tensione o d.d.p. fra le due
lastre molto più del valore necessario ad ottenere la saturazione, troviamo
che la corrente a un certo momento ricomincia a crescere. A questo punto,
aumentando di poco la d.d.p., la corrente sale a valori molto grandi (fìg.
3). A queste d.d.p. il gas fra le placche diviene luminoso e spesso si odono
piccoli crepitii.I fenomeni osservabili in queste condizioni variano molto
con la pressione, la natura del gas e la distanza fra gli elettrodi: a basse
pressioni la corrente e la luminosità sono più o meno costanti.Queste scariche
nei gas sono
estremamente complesse, ma possiamo comprenderne la causa principale. Il
campo elettrico accelera gli ioni positivi e negativi di un gas ionizzato in
versi opposti, e ciascun ione acquisisce energia finché non urta una
molecola del gas. In ciascuna di queste collisioni gli ioni perdono in media
l'energia cinetica acquistata dopo la collisione precedente e questa energia
si trasforma in energia termica del gas che perciò si scalda.La situazione,
però, cambia quando il campo elettrico è molto folte. Allora, nei brevi
intervalli di tempo fra le collisioni, alcuni degli ioni acquistano una
energia cinetica sufficiente per rompere le molecole contro cui urtano. I
nuovi frammenti sono anch'essi ioni,che accelerati dal campo elettrico
diventando a loro volta capaci di rompere altre molecole del gas:si produce
così una <<valanga
di ioni>>,il
gas acquista improvvisamente un'enorme conducibilità elettrica e si ha una
scarica improvvisa. I contatori Geiger sfruttano questo processo a valanga
per rivelare la presenza di particelle cariche, trasformando la leggera
ionizzazione esistente lungo la traiettoria di una particella in un impulso
elettrico apprezzabile.
Fig. 3 B)
Emissione termoionica.
Nel
caso degli elettroni emessi da un metallo riscaldato si ha fra corrente e
d.d.p. una relazione circa dello stesso tipo di quella che si ha per i gas
ionizzati (fig. 4). Quando la differenza di potenziale fra il filamento
incandescente e la placca positiva che lo circonda è grande, abbiamo una
corrente di saturazione. L'ulteriore aumento della d.d.p. non fa variare il
numero di elettroni che passano dal filamento alla placca, in quanto tutti
gli elettroni emessi in ogni secondo dal filamento a una data temperatura
vengono già attratti sulla placca. Quando però la d.d.p. è
sufficientemente piccola, la corrente scende sotto il valore di saturazione.
Evidentemente gli elettroni emessi dal filamento non si allontanano
abbastanza velocemente e mentre sono nelle vicinanze dei filamento
respingono indietro parte degli elettroni, che altrimenti verrebbero emessi
da questo. Calcoli dettagliati dimostrano che l'effetto provocato da questa
"carica spaziale" rende conto delle curve sperimentali
corrente-tensione. Se la d.d.p. fra il filamento e la placca viene ridotta a
zero, osserviamo un altro fatto interessante: una piccola corrente
circola ancora. Inoltre, qualche elettrone riesce a passare anche quando la
placca viene resa leggermente negativa rispetto al filamento.Ciò significa
che ci sono elettroni che vengono emessi dal filamento con una enegia
cinetica sufficiente per giungere sulla placca vincendo una leggera d.d.p.
ritardatrice. Fig. 4
C) Elettroni nei metalli. Come ultimo esempio di relazione fra corrente e tensione considereremo un conduttore metallico. In questo caso la relazione fra tensione e corrente è particolarmente semplice: le due quantità sono direttamente proporzionali, cioè:
La
legge espressa da questa relazione si chiama legge
di Ohm e
la costante di proporzionalità R viene chiamata resistenza
elettrica del
conduttore. Se V è misurato in volt e I in ampere, R è misurato in
una unità chiamata ohm. La legge di Ohm dice che la corrente circolante in
un filo metallico è proporzionale alla d.d.p. (differenza di potenziale o
tensione) agente agli estremi di questo. Poiché il campo elettrico, in un
dato tratto del filo, è proporzionale alla d.d.p. applicata ai suoi
estremi, possiamo ancne dire che la corrente è proporzionale al campo
elettrico. Possiamo comprendere il significato di questa legge se riconsíderiamo
per un momento il modello della conduzione elettrica nei metalli, modello
secondo il quale gli elettroni si muovono liberamente nel metallo come le
molecole di un gas Poiché gli elettroni sono molto leggeri, alle normali
temperature essi hanno velocità enormi
(circa 10^5 m/sec) e si agitano velocemente in seno al metallo, urtando gli
ioni positivi con grande frequenza. L'intervallo di tempo medio fra due
collisioni successive di un elettrone contro gli ioni del metallo è
determinato dalla distanza fra gli ioni metallici e dalla velocità media
degli elettroni ed è comunque estremamente breve, circa 3 x 10^-15
s.Inoltre,ad ogni collisione l'elettrone rimbalza in un nuova direzione,
cosicché un elettrone, nel suo irregolare moto termico,si muove a caso in
tutte le direzioni. Ora facciamo intervenire nel nostro ragionamento il
campo elettrico. Nel breve intervallo di tempo fra due collisioni esso
accelera gli elettroni lungo il filo; il piccolo incremento di velocità che
gli elettroni acquistano lungo la direzione è
proporzionale all'intensità del campo e all'intervallo di tempo fra due
collisioni successive. A causa dei casuali
cambiamenti di direzione che avvengono in ogni collisione, o al più dopo
pochissime collisioni, l'incremento di velocità lungo il filo viene
annullato e deve essere ristabilito dall'azione del campo. Il quadro
completo si presenta allora così: gli elettroni si agitano in tutte le
direzioni a velocità enormi, ma oltre a questi movimenti disordinati hanno
una piccola velocità d'insieme lungo il fìlo; quest'ultima velocità è
proporzionale all'intensità dei campo e all'intervallo di tempo fra le
varie collisioni. Con una d.d.p. di qualche volt,ai capi di un filo lungo un
metro, la velocità d'insieme è di circa 1 cm/sec. E'
questa velocità d'insieme che dà luogo alla corrente:
tanto maggiore è la velocità d'insieme, tanto maggiore la corrente; questa
è perciò proporzionale al campo elettrico. Il
nostro modello prevede perciò il risultato sperimentale espresso dalla
legge di Ohm. Il
nostro modello permette anche di fare un'altra previsione a proposito della
resistenza elettrica: essa
dovrebbe aumentare con l'aumento della temperatura.
Infatti, all'aumentare
della temperatura, aumenta anche la velocità degli elettroni, per cui
l'intervallo di tempo fra le collisioni diminuisce; con la stessa intensità
di campo elettrico otterremo allora una
corrente
minore. Questa
conclusione è in accordo con l'osservazione sperimentale che la resistenza,
di solito, aumenta con la temperatura; tuttavia questo accordo non è
perfetto. Esperimenti specifici dimostrano che normalmente la resistenza è
proporzionale alla temperatura, mentre il modello prevede che la resistenza
debba essere proporzionale solo alla radice quadrata della temperatura.
Questo disaccordo è spiegato da due fatti. Prima di tutto, a causa della
sua alta densità, non dobbiamo attenderci che il gas di elettroni si
comporti come un gas perfetto; gli elettroni sono così vicini tra loro che
le forze d'interazione ne influenzano sempre il moto. In secondo luogo,
quando un gas di particelle identiche è abbastanza denso, diventano
importanti gli effetti quantistici. Tenendo conto di questi effetti si
ottiene un modello perfezionato che è in ottimo accordo con i fatti
sperimentali. Il nostro modello conserva però la sua utilità, in quanto
rappresenta un passo essenziale verso una più completa descrizione dei
fenomeno.
Softmax Production
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