| |
Nelle
apparecchiature elettroniche (apparecchi radio, televisori, trasmettitori,
amplificatori audio, registratori, ecc.) i
resistori sono dei componenti molto
importanti e anche molto numerosi. Sono però dei componenti semplici, poco
costosi e poco ingombranti. Essi
presentano una certa resistenza
elettrica,ovvero servono a limitare
una corrente al valore desiderato. Ma
andiamo ad analizzare i TRE PARAMETRI
CARATTERISTICI, che
definiscono univocamente il resistore. Essi sono:
Matematicamente
dalla Legge di Ohm la resistenza
elettrica indica il numero di volt da
applicare ai capi del resistore affinché in esso scorra la corrente di 1A
costituendo quindi un chiaro indice di quanto il materiale si opponga al suo
passaggio. Nel sistema M.K.S. ed in quello degli Ingegneri si misura in OHM,
i suoi multipli commercialmente reperibili sono i Kohm e Mohm, pari
rispettivamente a 10³ e 10^6 Ohm per poi scendere sino ai decimi e
centesimi di Ohm. Ad ogni resistenza risulta associato anche il proprio
inverso ovvero la conduttanza
(simbolo G),che
si misura in SIEMENS,
tipico dei materiali isolanti il valore in μSiemens, pari cioθ a
10^-6 S. Generalmente i resistori sono di forma cilindrica ed hanno un
terminale uscente da ciascuna delle due estremità: questi prendono il nome
di REOFORI
o CODOLI.
A seconda della tecnica costruttiva si possono distinguere in tre categorie
principali:
RESISTORI A STRATO METALLICO I
resistori a strato, denominati anche RESISTORI
A FILM, sono costituiti da un supporto
di porcellana o steatite,
sul quale viene depositato in modo uniforme, oppure in forma di nastro
avvolto a spirale, uno strato di materiale che presenta un'elevata
resistenza, come la grafite,
la silite
od il carbonio.
Il valore di resistenza risultante dipende dallo spessore e dalla lunghezza
dello strato resistivo depositato e naturalmente dal materiale di cui esso
è composto. Questo strato resistivo è ricoperto da una vernice isolante e
fa capo ai due terminali, i quali sono avvolti oppure fissati mediante due
cappucci metallici alle estremità del corpo del resistore. RESISTORI AD IMPASTO I
resistori ad impasto sono invece costituiti da una miscela di carbone e
materiale cementante, depositata sotto forma di strato intorno ad un
tubicino di vetro, nel quale sono infilati i terminali; questi ultimi sono a
contatto con il materiale resistivo ai due estremi ed il tutto è contenuto
in una custodia di materiale plastico isolante. Questo tipo è adatto per
lavorare anche in alte frequenze, essendo la componente induttiva assai
ridotta, mentre per gli altri due è assolutamente da evitare, comportandosi
a tali frequenze, proprio per la loro particolarità costruttiva, più da
induttori che da resistori !!!!! RESISTORI A FILO I
resistori a filo, costruiti per poter essere percorsi da elevate intensità
di corrente, sono formati invece da un supporto isolante, sul quale è
avvolto un filo avente elevata resistenza elettrica. I fili normalmente
impiegati sono di speciali leghe resistive come la costantana,
manganina,
nichel-cromo.
Ai due estremi del filo resistivo sono saldati i terminali; l'avvolgimento
è poi protetto con vernice isolante, oppure da un rivestimento cilindrico
di materiale plastico altamente isolante.
Il
valore della potenza di un resistore è data dal prodotto della resistenza
per la corrente che vi circola elevata alla seconda potenza, cioè: P = R x I²
poiché
all'acquisto conosciamo sia il valore della resistenza che quello della
potenza, possiamo già calcolare quale sarà la corrente massima, che potrà
attraversare il componente senza che
questo si carbonizzi !!!!!
ovvero: I =
√P/R
che sta ad indicare LA RADICE QUADRATA DEL RAPPORTO POTENZA RESISTENZA. Attenzione come sempre alle unità di misura altrimenti otterrete risultati MICIDIALMENTE SBAGLIATI!!!!! quindi POTENZA espressa in WATT e resistenza in OHM.
Fig. 1 In
base al codice EIA, il valore delle resistenze fisse è indicato con tre
fasce colorate, poste ad un lato di esse, come indicato in fig.1.Vi è una
quarta fascia la quale indica la TOLLERANZA
da applicare IN PIU' OD IN MENO
sul valore di resistenza del componente e può essere dello 0.5%,1%,5%,10%
e senza quarta fascia del 20%. Delle
prime tre fasce la prima indica la prima cifra del valore, la seconda indica
la seconda cifra e la terza indica
IL NUMERO DEGLI ZERI CHE SEGUONO LE DUE CIFRE. ESEMPIO
·
PRIMA FASCIA DI COLORE MARRONE =
1 ·
SECONDA FASCIA DI COLORE NERO = 0 ·
TERZA FASCIA DI COLORE ARANCIONE
= 3 ·
QUARTA FASCIA DI COLORE ORO = 5% IL
VALORE E' IN QUESTO CASO DI 10000 OHM CON TOLLERANZA DEL 5%!!! In pratica il valore di resistenza può variare da un minimo di 10000 - 5% = 9500 Ohm sino ad un massimo di 10000 + 5% = 10500 Ohm !!!!
I
resistori possono essere collegati tra loro essenzialmente in tre modalità:
SERIE
o CASCATA,
PARALLELO o
DERIVAZIONE
e MISTA,
combinazione cioè delle due precedenti. RESISTORI
IN SERIE
Due
o più resistori sono collegati in serie, quando SONO
PERCORSI DALLA STESSA CORRENTE: la RESISTENZA
TOTALE è data dalla SOMMA
dei valori delle resistenze. In fig.2 è indicato un circuito comprendente
tre resistori in serie,R1 da 10 Kohm,R2 da 50 Kohm ed R3 da 0,2 Mohm: la
resistenza totale sarà: Rtot
= R1 + R2 + R3 = 10.000 + 50.000 + 20.0000 = 260.000 Ohm = 0,26 Mohm
RESISTORI
IN PARALLELO
La
somma di due o più resistori in parallelo è sempre minore della più
piccola delle resistenze;
se, ad esempio, un resistore da 8 ohm viene collegato in parallelo con uno
di 5,il valore della resistenza complessiva è inferiore ai 5 ohm!!!!
Vediamo adesso di ottenere una formula che esprima la resistenza Re
equivalente alla rete di fig.3. Fig. 3 Supponiamo
che tra i nodi A e B, sia applicata una tensione v(t),quindi non
necessariamente continua, e siano i1(t),i2(t),i3(t) le correnti
rispettivamente in R1,R2 ed R3.La corrente che passa in Re, cioè nella
resistenza equivalente, deve essere necessariamente pari alla SOMMA
DELLE TRE,
ovvero: ie(t)
= i1(t) + i2(t) + i3(t)
poichè
i resistori sono collegati in parallelo la tensione agente su di essi sarà
la medesima,
quindi: v(t)
= R1 x i1(t) = R2 x i2(t) = R3 x i3(t) = Re x ie(t)
giacchè
iT(t) è uguale alla corrente che passa in Re, iT(t)
= ie(t),
potremo esprimere la somma delle tre correnti anche nel seguente modo: iT(t)
= ie(t) = i1(t) + i2
|
PONTE DI WHEATSTONE |
Il
circuito mostrato in fig.4 viene denominato ponte di Wheatstone e viene
utilizzato prevalentemente per la misura di precisione del valore di
resistenze incognite. La diagonale collegata tra i nodi A e C, dove figura
un generatore di tensione, viene chiamata DIAGONALE
DI ALIMENTAZIONE, quella tra i nodi B e D
invece la DIAGONALE DI RILEVAZIONE,
in cui risulta collegato un milliamperometro, che consente di controllare la
raggiunta CONDIZIONE DI EQUILIBRIO DEL
PONTE, cioè corrente
nel ramo BD UGUALE A ZERO!!!
Vediamo adesso di arrivare ad una espressione matematica che permetta il
calcolo di una resistenza incognita.
Fig. 4
La
condizione di equilibrio la otterremo variando R1 od R2 fino ad ottenere VBD
= 0,cioè tensione ai capi della diagonale di rilevazione pari a zero!!!! in
tal caso nel resistore R5 non passerà corrente. Pertanto, detta V la
tensione di alimentazione tra i nodi A e C, ove I5 = 0,avremo che:
Poichè
dunque all'equilibrio avremo che:
si
potrà scrivere che:
da
cui si ricava, semplificando il termine V:
cioè
sviluppando e semplificando:
Questa
è la relazione matematica che lega i resistori R1,R2,R3 ed R4 sui lati del
ponte SOLO E SOLTANTO NELLA CONDIZIONE DI
EQUILIBRIO.
Nell'ipotesi di R1 = Rx cioè resistenza incognita, è sufficiente agire sui
resistori variabili presenti sul ponte e raggiungere la condizione
anzidetta, dopodiché avremo in questo caso:
Rx = (R2 x R3) / R4 |
Softmax Production
|